sabato 18 marzo 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 350° pagina.


«Dovrei aprire il corpo per esserne sicuro, ma credo che sia morto per un grande spavento. Il suo cuore, semplicemente, si è fermato. Non c’era nessuno accanto a lui?».

«Nessuno. Stava compiendo il rito del novilunio, ed era solo nell’ipogeo. Le guardie erano alla porta della galleria, quando hanno sentito…. qualcosa.  O almeno così dicono loro. Un rumore che non sono riusciti a capire che cosa fosse. Hanno detto che sembrava quasi un rombo lontano. Poi hanno sentito un urlo lunghissimo, spaventoso. Sono corsi tutti e tre, e hanno trovato il Reverendo Padre Maxtran steso a terra, così come lo vedete voi. Morto. Hanno guardato in ogni angolo del Santuario, e non hanno trovato nessuno. Nessuna traccia. E nessuno può essere uscito dalla galleria, o essersi nascosto da qualche parte. Non riusciamo a spiegarci cosa sia successo. Chissà, forse è stato avvelenato e quando se ne è reso conto, per la rabbia ha sguainato la spada, pensando di vendicarsi prima di morire».

A quelle ultime parole, Larthi Akapri parlò con voce roca, affaticata.

«È la maledizione della Fata, che l’ha ucciso! L’aveva detto che dovevamo vendere tutto e andarcene da qualche altra parte! Ma lui non ha voluto ascoltarla! Io gliel’ho detto tante volte, ma lui non voleva sentire ragioni! Diceva che ero una stupida a voler vendere tutto! E ora la maledizione si è realizzata! Maledetto il giorno in cui abbiamo scoperto questo posto!».

«Parlate con la voce del dolore, signora Akapri. Perciò ve lo lascio dire. Ma io penso che la cosa più probabile sia che sia stato ucciso da Uomini come noi, perché ci sono molti nemici che girano attorno a questo Santuario, persone che vorrebbero impadronirsene per i loro scopi malvagi….».

«Eminente Pontefice, non è detto che sia stato ucciso. Non è strano né raro che una persona venga abbattura da morte improvvisa, anche se in buona salute».

«Io lo spero, dottore, ma sapendo cosa succede qua attorno negli ultmi tempi, preferisco pensare alla peggiore delle ipotesi. Ci sono seguaci di sette segrete e predicatori intransigenti e sovversivi, fomentatori di zizzania che frequentano il Santuario di Silen in preda alle loro ossessioni. Il Reverendo Padre Maxtran sapeva essere molto severo con questi perturbatori della quiete pubblica, e secondo me l’hanno voluto togliere di mezzo. La prossima potrebbe essere la sua diletta figlia Maxileni, o io stesso! Quindi la prego di analizzare il corpo prima possibile, di usare tutta la sua conoscenza medica per assicurarmi che è morto di morte naturale».

«Lo farei in ogni caso, Eminente Pontefice! Conoscevo bene Maxtran, dai tempi in cui fu scoperto il Santuario. Se davvero qualcuno l’ha assassinato, farò tutto il possibile per aiutarvi a trovare l’assassino o gli assassini».

Proprio in quel momento, arrivò un’altra persona che era stata avvertita prontamente della morte di Maxtran, la più assidua frequentatrice del Santuario: Harali Frontiakh.

Dopo le dovute condoglianze alla famiglia, la Reverenda Madre Fondatrice delle Spose di Sin si inchinò a baciare la mano allo Shepen.

«Eminente Pontefice, mi sono precipitata qui appena sono stata avvertita della disgrazia! Ditemi che non è stato un assassinio!».

«Vorrei potervelo dire, ma l’ultima parola spetta al qui presente dottor Velthur Laran, che non ha ancora espresso un parere definitivo».

Da come Harali si voltò verso Velthur, questi ebbe l’impressione che non si aspettasse la sua presenza. O forse era dispiaciuta che lui fosse arrivato prima. Cosa inevitabile, dato che lei viveva in cima al Monte Leccio.

«Allora confido nell’obiettività del dottor Laran».

«Avrò la stessa obiettività che ho dimostrato nel dare il mio responso sulla morte della vostra povera novizia. Così, a occhio e croce, penserei che si tratta dello stesso tipo di morte. Inspiegabile».

«Solo che la mia novizia era morta in mezzo al campo qui vicino, di notte, dopo essere fuggita dall’eremo. Ed era una ragazza facilmente impressionabile, fragile. Questa invece è una morte avvenuta dentro il Santuario, la morte di un uomo che ha fatto il soldato da giovane, un uomo ancora saldo e forte».

«Anche un uomo saldo e forte può morire improvvisamente, senza ragione apparente».

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