«Dovrei aprire il corpo per esserne sicuro, ma credo che sia
morto per un grande spavento. Il suo cuore, semplicemente, si è fermato. Non
c’era nessuno accanto a lui?».
«Nessuno. Stava compiendo il rito del novilunio, ed era solo
nell’ipogeo. Le guardie erano alla porta della galleria, quando hanno sentito….
qualcosa. O almeno così dicono loro. Un
rumore che non sono riusciti a capire che cosa fosse. Hanno detto che sembrava
quasi un rombo lontano. Poi hanno sentito un urlo lunghissimo, spaventoso. Sono
corsi tutti e tre, e hanno trovato il Reverendo Padre Maxtran steso a terra,
così come lo vedete voi. Morto. Hanno guardato in ogni angolo del Santuario, e
non hanno trovato nessuno. Nessuna traccia. E nessuno può essere uscito dalla
galleria, o essersi nascosto da qualche parte. Non riusciamo a spiegarci cosa
sia successo. Chissà, forse è stato avvelenato e quando se ne è reso conto, per
la rabbia ha sguainato la spada, pensando di vendicarsi prima di morire».
A quelle ultime parole, Larthi Akapri parlò con voce roca,
affaticata.
«È la maledizione della Fata, che l’ha ucciso! L’aveva detto
che dovevamo vendere tutto e andarcene da qualche altra parte! Ma lui non ha
voluto ascoltarla! Io gliel’ho detto tante volte, ma lui non voleva sentire
ragioni! Diceva che ero una stupida a voler vendere tutto! E ora la maledizione
si è realizzata! Maledetto il giorno in cui abbiamo scoperto questo posto!».
«Parlate con la voce del dolore, signora Akapri. Perciò ve
lo lascio dire. Ma io penso che la cosa più probabile sia che sia stato ucciso
da Uomini come noi, perché ci sono molti nemici che girano attorno a questo
Santuario, persone che vorrebbero impadronirsene per i loro scopi malvagi….».
«Eminente Pontefice, non è detto che sia stato ucciso. Non è
strano né raro che una persona venga abbattura da morte improvvisa, anche se in
buona salute».
«Io lo spero, dottore, ma sapendo cosa succede qua attorno
negli ultmi tempi, preferisco pensare alla peggiore delle ipotesi. Ci sono
seguaci di sette segrete e predicatori intransigenti e sovversivi, fomentatori
di zizzania che frequentano il Santuario di Silen in preda alle loro
ossessioni. Il Reverendo Padre Maxtran sapeva essere molto severo con questi perturbatori
della quiete pubblica, e secondo me l’hanno voluto togliere di mezzo. La
prossima potrebbe essere la sua diletta figlia Maxileni, o io stesso! Quindi la
prego di analizzare il corpo prima possibile, di usare tutta la sua conoscenza
medica per assicurarmi che è morto di morte naturale».
«Lo farei in ogni caso, Eminente Pontefice! Conoscevo bene
Maxtran, dai tempi in cui fu scoperto il Santuario. Se davvero qualcuno l’ha
assassinato, farò tutto il possibile per aiutarvi a trovare l’assassino o gli assassini».
Proprio in quel momento, arrivò un’altra persona che era
stata avvertita prontamente della morte di Maxtran, la più assidua
frequentatrice del Santuario: Harali Frontiakh.
Dopo le dovute condoglianze alla famiglia, la Reverenda Madre
Fondatrice delle Spose di Sin si inchinò a baciare la mano allo Shepen.
«Eminente Pontefice, mi sono precipitata qui appena sono
stata avvertita della disgrazia! Ditemi che non è stato un assassinio!».
«Vorrei potervelo dire, ma l’ultima parola spetta al qui
presente dottor Velthur Laran, che non ha ancora espresso un parere
definitivo».
Da come Harali si voltò verso Velthur, questi ebbe
l’impressione che non si aspettasse la sua presenza. O forse era dispiaciuta
che lui fosse arrivato prima. Cosa inevitabile, dato che lei viveva in cima al
Monte Leccio.
«Allora confido nell’obiettività del dottor Laran».
«Avrò la stessa obiettività che ho dimostrato nel dare il
mio responso sulla morte della vostra povera novizia. Così, a occhio e croce,
penserei che si tratta dello stesso tipo di morte. Inspiegabile».
«Solo che la mia novizia era morta in mezzo al campo qui
vicino, di notte, dopo essere fuggita dall’eremo. Ed era una ragazza facilmente
impressionabile, fragile. Questa invece è una morte avvenuta dentro il
Santuario, la morte di un uomo che ha fatto il soldato da giovane, un uomo
ancora saldo e forte».
«Anche un uomo saldo e forte può morire improvvisamente,
senza ragione apparente».
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