Ma rimase sorpreso da quello che scoprì. A dire il vero, si
era già accorto che qualcosa non andava. Il corpo non aveva nessun rigor mortis. Eppure Maxtran era morto
già da diverse ore.
Il fatto era che non c’era alcun organo del corpo che
apparisse rosso, nemmeno il cuore. Lo specchio anatomico non segnava nessuna
patologia, in nessuno dei suoi organi. A parte uno, la ghiandola pineale, che sembrava
stranamente ingrossata. Appariva come un globo rosso in mezzo a tutta quella
vitrea azzurrità, e a quel punto il dottore decise di voltare il corpo, per
osservarla meglio.
Rimise il tavolo orizzontale facendolo ruotare sui suoi
ingranaggi, poi rovesciò il corpo a faccia in giù, lo fissò di nuovo con le
corde al tavolo, e lo rimise obliquo.
«Vedete la ghiandola pineale, Harali? Non solo è di colore
rosso, ma è anche anormalmente ingrossata, sembra quasi un occhio che voglia
sporgere dal retro del cervello. E sapete una cosa? Ho notato la stessa
anomalia nel corpo smembrato di Aralar, sette anni fa. Era una cosa che mi
aveva colpito, ma sul momento avevo pensato a una sorta di strana malformazione
congenita, di tipo sconosciuto. Era una malformazione che riguardava anche il
cranio».
Harali tirò un profondo sospiro. Non le piaceva che Velthur
parlasse di Aralar.
«Io non ho mai visto i suoi resti. So che non è stato
possibile ricomporli in modo decente. Mi hanno descritto in che stato l’avete
trovato, e mi hanno detto che nessuno è riuscito a capire come avessero potuto
ridurlo in quel modo, e tantomeno chi avesse potuto fare una cosa del genere.
Ma ora cosa mi state dicendo, dottore? Che avete notato una particolare
anomalia nel suo corpo che ora vedete anche in quello di Maxtran? Volete farmi
credere che chi o cosa ha ucciso il mio mentore, ora ha ucciso anche Maxtran?».
«Io non voglio farvi credere niente. Io dico solo che quando
ho visto il cervello e l’intero sistema nervoso di Aralar staccato
perfettamente dal resto del corpo, ho scoperto che la sua ghiandola pineale era
ingrossata, anormalmente grande, e che pareva come una sorta di occhio
primitivo, rivolto verso il retro della testa. E un’altra anomalia l’ho trovata
sul suo teschio. Sulla parte posteriore del suo cranio, ho notato una strana
apertura, simile a un’orbita, che però era chiusa da una membrana, una
cartilagine. Era come se nel suo cranio si fosse parzialmente sviluppato un
terzo occhio, che però non era mai spuntato. Io non so se questa deformità
l’avesse fin dalla nascita, o se in qualche modo gli si stesse sviluppando in
quel momento, ma ora vedo la stessa cosa nel cranio di Maxtran.
Vedete anche il suo teschio? Vedete questa specie di
apertura ovale nella parte posteriore? È ancora rivestita dalla pelle e dai
capelli, però se mette il dito proprio in questo punto, lo sente molle e
cedevole. È come se stesse nascendo un terzo occhio anche a lui! Io non so se
può essere legato alla sua morte, ma dato che è il secondo cadavere che vedo
con questa anomalia…
E tra l’altro, non riesco a vedere nient’altro fuori posto.
Anche il suo cuore appare intatto».
«Il terzo occhio….. l’occhio dei Sagusei!».
«Prego?».
«Non lo sapete, dottore? Anche i Sagusei hanno un terzo
occhio posto sul retro del cranio, con cui possono guardarsi alle spalle senza
voltarsi. L’ho letto in un libro sui Sagusei. Strano che non lo sappiate anche
voi».
«Ne avevo sentito parlare, ma ero portato a pensare che si
trattasse di una diceria. Sarà perché non ho mai visto un Saguseo da dietro…».
«Non lo si nota molto, perché è molto più piccolo degli
altri due occhi, ma funziona. I Sagusei dicono di avere sempre avuto tre occhi,
e anzi, quando esistevano solo loro su Kellor, e nessuna delle altre stirpi era
ancora nata, la maggior parte degli animali avevano il terzo occhio posto sul
retro della testa. In quel tempo remoto
di ere immemorabili e dimenticate, il
mondo era popolato da draghi spaventosi e gigantesche salamandre, ed era
coperta quasi solo da foreste di felci e paludi.
Poi, il terzo occhio è scomparso nel mondo animale, e solo
alcuni rettili dei Mari del Sud l’hanno conservato, olre ai Sagusei.
Ma c’è una diceria, una leggenda che corre nelle province meridionali,
secondo cui nei villaggi di pescatori alle foci dei fiumi, ci siano alcuni
Uomini a cui spunta anche ad essi il terzo occhio,
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