domenica 26 marzo 2017

"I FIORI DELL'IGNOTO" di Pietro Trevisan: 357° pagina.


«No, naturalmente. È uno dei segreti che Aralar mi ha trasmesso con le sue carte…. Ma niente di pericoloso. L’alchimia sa creare molte sostanze prodigiose, molte sottili illusioni, o sa come far credere reali i propri incubi….. voi stesso ne sapete qualcosa. Sapete bene cosa si può fare con l’aiuto degli specchi alchemici, o con l’aiuto di certe droghe».

Mentre parlava, Harali guardava dalla finestra verso la strada di fronte alla casa, e notò Loraisan che aspettava, seduto in silenzio sul lato opposto della via, sui gradini d’entrata di un’altra casa, accanto ad un crocchio di curiosi che osservavano le due guardie ed il cocchio, mormorando fra di loro.

Per Harali fu come un colpo di fulmine a ciel sereno. I grandi occhi neri di Loraisan, con il loro sguardo intenso e fisso, spaventato, spiccavano in mezzo agli altri occhi grigi e ordinari.

Harali non lo conosceva e non l’aveva mai visto prima, ma rimase molto colpita dal suo aspetto. Sembrava fuori posto in quel luogo, come uno straniero giunto da chissà quale paese lontano dove la gente aveva grandi occhi nerissimi e uno strano pallore sul volto. Anche la sua bellezza appariva insolita, dai lineamenti che apparivano anch’essi stranieri. I volti dei Thyrsenna erano generalmente rotondi e regolari, mentre quello di Loraisan c’era qualcosa di indefinibile, una bellezza insolita, camaleontica, che sembrava quasi cambiare con la luce e la prospettiva ogni volta che il fanciullo si muoveva.

Affascinata, Harali guardava il bambino e gli sembrava che in lui ci fosse qualcosa di poliedrico e inquietante, di totalmente indefinibile e sfuggente, eppure affascinante.

Mentre lo guardava, notò come in mano avesse un astuccio a cui era legato uno stilo. Harali ebbe un’intuizione.

«Cambiando discorso, dottore…. sembra che abbiamo già attirato l’attenzione di gran parte del paese. Ormai sapranno già tutti quanti che il Reverendo Padre Maxtran Akapri è morto. Mi domando come reagirà la nostra gente alla notizia. E come reagiranno i pellegrini. È una morte che non riusciremo a far passare per un caso della natura, e tutto il popolino mormorerà di complotti, acuendo un clima già troppo acceso».

«Se devo essere sincero, non me ne importa un fico! È un problema vostro, non mio. Voi sacerdoti avete voluto rendere questo paese un porto di mare per cani e porci animati da religiosi sentimenti, avete riempito questa contrada di fanatici, di ossessi, di pazzi visionari pronti alla sedizione, di seguaci di sette oscure e violente, e persino di delinquenti di ogni tipo che con il pretesto del culto si servono di ogni ciarlataneria per soddisfare la loro brama di soldi e di potere, e adesso vi siete ritrovati con una bella gatta da pelare. Per quanto mi riguarda, tutto questo implica solo la possibilità di dover curare un maggior numero di feriti e contusi!».

«Ma se dovessero rimanere coinvolte delle persone che vi sono legate? Persone innocenti, indifese? Quel bambino così bello, per esempio, quello che sta aspettando dall’altra parte della strada, guardando con preoccupazione e paura la vostra porta, sorvegliata dalle guardie…. è un vostro allievo, per caso? Volete farne un medico?».

Velthur si precipitò alla finestra, imprecando.

«Per tutti i Santi dell’Aventry! Loraisan! Mi ero dimenticato che oggi aveva lezione da me!»  

«E naturalmente le guardie non lo hanno lasciato passare…. che peccato, vero? Ha uno sguardo che colpisce. Se ne sta lì e aspetta di potervi vedere. È un bravo allievo? Scommetterei di sì….».

«Lo è, lo è. Bravissimo e intelligentissimo. Non ha idea di quanto lo sia. Ma troppo sensibile. Si spaventa per ogni stupidaggine. Scusate un attimo….».

Velthur spalancò la finestra, e chiamò Loraisan.

Gli disse che presto le guardie se ne sarebbero andate e che lui avrebbe dovuto seguirle, e che per quel giorno non sapeva se avrebbe avuto tempo per lui, e che tornasse domani mattina.

Il bambino esitò. Si capiva che voleva rimanere per sapere cosa era successo.

«Su, vai! Ritorna a casa! E anche voi, non c’è niente da vedere, qui! Tornate per la vostra strada!».

Loraisan alla fine ubbidì, l’altra gente no, ovviamente.
«Questa gente non si scollerebbe per niente al mondo, dottore! – Gli gridò una delle due guardie, appoggiato con aria annoiata e beffarda alla sua lancia - Neanche se un fulmine cadesse dal cielo per dire loro che gli Dei non li vogliono qui! Hanno ben capito che abbiamo un morto importante e

Nessun commento:

Posta un commento