«No, naturalmente. È uno dei segreti che Aralar mi ha
trasmesso con le sue carte…. Ma niente di pericoloso. L’alchimia sa creare
molte sostanze prodigiose, molte sottili illusioni, o sa come far credere reali
i propri incubi….. voi stesso ne sapete qualcosa. Sapete bene cosa si può fare
con l’aiuto degli specchi alchemici, o con l’aiuto di certe droghe».
Mentre parlava, Harali guardava dalla finestra verso la
strada di fronte alla casa, e notò Loraisan che aspettava, seduto in silenzio
sul lato opposto della via, sui gradini d’entrata di un’altra casa, accanto ad
un crocchio di curiosi che osservavano le due guardie ed il cocchio, mormorando
fra di loro.
Per Harali fu come un colpo di fulmine a ciel sereno. I
grandi occhi neri di Loraisan, con il loro sguardo intenso e fisso, spaventato,
spiccavano in mezzo agli altri occhi grigi e ordinari.
Harali non lo conosceva e non l’aveva mai visto prima, ma
rimase molto colpita dal suo aspetto. Sembrava fuori posto in quel luogo, come
uno straniero giunto da chissà quale paese lontano dove la gente aveva grandi
occhi nerissimi e uno strano pallore sul volto. Anche la sua bellezza appariva
insolita, dai lineamenti che apparivano anch’essi stranieri. I volti dei
Thyrsenna erano generalmente rotondi e regolari, mentre quello di Loraisan
c’era qualcosa di indefinibile, una bellezza insolita, camaleontica, che
sembrava quasi cambiare con la luce e la prospettiva ogni volta che il
fanciullo si muoveva.
Affascinata, Harali guardava il bambino e gli sembrava che
in lui ci fosse qualcosa di poliedrico e inquietante, di totalmente
indefinibile e sfuggente, eppure affascinante.
Mentre lo guardava, notò come in mano avesse un astuccio a
cui era legato uno stilo. Harali ebbe un’intuizione.
«Cambiando discorso, dottore…. sembra che abbiamo già
attirato l’attenzione di gran parte del paese. Ormai sapranno già tutti quanti
che il Reverendo Padre Maxtran Akapri è morto. Mi domando come reagirà la
nostra gente alla notizia. E come reagiranno i pellegrini. È una morte che non
riusciremo a far passare per un caso della natura, e tutto il popolino
mormorerà di complotti, acuendo un clima già troppo acceso».
«Se devo essere sincero, non me ne importa un fico! È un
problema vostro, non mio. Voi sacerdoti avete voluto rendere questo paese un
porto di mare per cani e porci animati da religiosi sentimenti, avete riempito
questa contrada di fanatici, di ossessi, di pazzi visionari pronti alla
sedizione, di seguaci di sette oscure e violente, e persino di delinquenti di
ogni tipo che con il pretesto del culto si servono di ogni ciarlataneria per
soddisfare la loro brama di soldi e di potere, e adesso vi siete ritrovati con
una bella gatta da pelare. Per quanto mi riguarda, tutto questo implica solo la
possibilità di dover curare un maggior numero di feriti e contusi!».
«Ma se dovessero rimanere coinvolte delle persone che vi
sono legate? Persone innocenti, indifese? Quel bambino così bello, per esempio,
quello che sta aspettando dall’altra parte della strada, guardando con
preoccupazione e paura la vostra porta, sorvegliata dalle guardie…. è un vostro
allievo, per caso? Volete farne un medico?».
Velthur si precipitò alla finestra, imprecando.
«Per tutti i Santi dell’Aventry! Loraisan! Mi ero
dimenticato che oggi aveva lezione da me!»
«E naturalmente le guardie non lo hanno lasciato passare….
che peccato, vero? Ha uno sguardo che colpisce. Se ne sta lì e aspetta di
potervi vedere. È un bravo allievo? Scommetterei di sì….».
«Lo è, lo è. Bravissimo e intelligentissimo. Non ha idea di
quanto lo sia. Ma troppo sensibile. Si spaventa per ogni stupidaggine. Scusate
un attimo….».
Velthur spalancò la finestra, e chiamò Loraisan.
Gli disse che presto le guardie se ne sarebbero andate e che
lui avrebbe dovuto seguirle, e che per quel giorno non sapeva se avrebbe avuto
tempo per lui, e che tornasse domani mattina.
Il bambino esitò. Si capiva che voleva rimanere per sapere
cosa era successo.
«Su, vai! Ritorna a casa! E anche voi, non c’è niente da vedere,
qui! Tornate per la vostra strada!».
Loraisan alla fine ubbidì, l’altra gente no, ovviamente.
«Questa gente non si scollerebbe per niente al mondo, dottore! – Gli
gridò una delle due guardie, appoggiato con aria annoiata e beffarda alla sua
lancia - Neanche se un fulmine cadesse dal cielo per dire loro che gli Dei non
li vogliono qui! Hanno ben capito che abbiamo un morto importante e
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