Maxtran ebbe l’impressione che mentisse, solo perché lo
portava al collo ogni volta che entrava nel Santuario. Un qualche significato
doveva avere, se lo portava in quell’occasione specifica, e non lo riteneva
solo un ricordo del suo mentore.
Inoltre, assomigliava sinistramente all’amuleto che anche il
dottor Laran portava al collo, anche se era differente in molti particolari. In
ogni caso, avevano tutti e due quella strana forma a tetraedro, che nell’arte
dei Thyrsenna era pressoché sconosciuta. Inoltre, anche il medico diceva che il
suo amuleto era stato fabbricato dai Nani, e precisamente dai Nani dello
Zerennal Baras, il misterioso Giardino delle Rose.
Quell’amuleto perciò aveva alimentato anch’esso le strane
chiacchiere sul conto della Prima Reverenda Madre delle Spose di Sin.
Praticamente, ormai non pochi paesani dicevano che fosse la più potente delle
streghe, seguace di culti misterici, e che conservasse segreti spaventosi che
riguardavano le misteriose apparizioni di sette anni prima. Adesso che stavano
riprendendo a succedere cose strane, le dicerie erano peggiorate, più diffuse e
più fantasiose. Molti cominciavano a dire che il giovane pellegrino trovato
morto di fronte all’edicola di Sethlan l’avesse ucciso lei, con un perfido
incantesimo.
Naturalmente, c’era chi cominciava a sostenere che fosse
stata lei a uccidere Aralar Alpan, per carpirgli i suoi segreti alchemici.
Molti altri invece, che la conoscevano bene e ne avevano
ricevuto aiuto e consiglio, la pensavano in modo del tutto opposto. Era una
santa donna, sempre disposta ad aiutare i bisognosi, che non teneva per sé i
suoi guadagni, ma li impiegava per aiutare i poveri e istruire i giovani.
Non pochi ragazzi erano stati mandati alle Alte Scuole di
Enkar con i pentacoli dati da lei alle famiglie. Il fatto che fosse anche lei
una etar, una plebea contadina,
tornava a suo favore. E i suoi amici diceva che le dicerie infamanti che
circolavano ad Arethyan erano opera di sacerdoti invidiosi ed avari che non
volevano che divenisse troppo popolare fra gli etarna.
Ma Harali si trovava comunque in una botte di ferro, perché
era sotto l’ala protettrice più elevata che ci potesse essere. E comunque,
tutti i sacerdoti che appartenevano all’ambiente del Santuario d’Ambra la
stimavano.
Tutti, fuorché Maxtran. Lui era l’unico sacerdote dell’ipogeo
che provasse una reale diffidenza per Harali. Forse era solo perché era lui che
se la trovava sempre tra i piedi, ma la verità era che, semplicemente, non gli
piaceva.
E questa scarsa simpatia si era acuita, da quando i problemi
al Santuario si erano anch’essi peggiorati. E di parecchio.
Colpa soprattutto di quella statua di quel nuovo Demone
Oscuro nato dalla fantasia popolare, il mostruoso Bekigor, che attirava sempre
più l’attenzione dei pellegrini, e fomentava ulteriori leggende popolari. A
Maxtran non piaceva per niente che quella statua fosse stata messa nella
galleria del Santuario, ma tant’era. Il potere della devozione popolare era
superiore persino a quella dei sacerdoti stessi. Ogni kamethei etariakh sapeva bene che non era conveniente contrastarla.
Ma Bekigor, il Demone dall’Occhio Rosso era veramente troppo
per lui, o meglio, erano troppi i fanatici visionari che aumentavano sempre di
più fra i pellegrini.
Era come se Bekigor attirasse tutti i pazzi del Regno Aureo.
Dentro al Santuario, solo i sacerdoti autorizzati da lui, da
sua figlia Maxaleni e da Mezenthis potevano celebrare il culto di Silen, ma
all’esterno, nei campi, qualsiasi sacerdote o predicatore poteva celebrare
quello che voleva, o predicare quello che voleva, a patto che non fosse in
contrasto con le leggi e le tradizioni degli Dei del Veltyan.
E capitava sempre più spesso che predicatori deliranti
attirassero le folle dei pellegrini e dei visitatori, parlando proprio di Bekigor,
visto come messaggero di sventura per i trasgressori della Legge di Sil. Quegli
uccelli del malaugurio predicevano che presto sarebbero cadute molte disgrazie
e punizioni divine sul Veltyan, e dicevano di avere visto Bekigor che si
aggirava nella notte, così come aveva già fatto presso la casa del corrotto e
avaro sacerdote di Sethlan.
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