raccontato storie e leggende a Loraisan e ai suoi fratelli e
sorelle prima di essere mandati a letto. Con le sue proverbiali doti di
narratore, aveva rievocato la leggenda di un Re dei Giganti antidiluviani, che
aveva cercato di invadere il regno del Giardino delle Rose molti millenni
prima, per impossessarsi delle favolose ricchezze che vi erano nascoste.
Il Re dei Giganti, una volta penetrato nei labirinti del
regno incantato dei Nani, vi si era perso assieme a tutti i suoi guerrieri, e
di loro non si era più saputo nulla. Da allora i Giganti non avevano più osato
attaccare i Nani, ed erano sempre stati bene attenti a non farseli nemici in
qualsiasi modo.
Molto tempo dopo,
nelle epoche successive al Diluvio, era invece toccato a un Re degli
Uomini cercare di attaccare il favoloso Zerennal Baras, provenendo dalle vaste
steppe d’Oriente, appena aldilà delle Montagne della Luna.
Non erano certo potenti come i Giganti, ma facevano paura a
tutti gli altri popoli. Era un’orda di guerrieri nomadi bruni, dalla pelle olivastra,
che erano giunti cavalcando da un paese sconosciuto oltre le grandi praterie
che si stendevano ad est del Veltyan, forse dai piedi delle Montagne Celesti.
Questi guerrieri a cavallo avevano sentito parlare del
favoloso regno dei Nani, delle sale con le pareti e le porte rivestite d’oro,
dei giardini di rose multicolori costellati di statue di smeraldo, rubino e
zaffiro, dei palazzi fatti di labirinti
di specchi d’argento e colonne di diamante, illuminati da gemme che splendevano
di luce propria.
Ma non avevano badato alle altre leggende, quelle che
parlavano degli orrendi mostri che i Nani avevano posto a guardia delle loro
immense ricchezze, e quando gli invasori orientali avevano raggiunto le
Montagne della Luna ed erano riusciti, non si sa come, ad abbattere le porte
d’acciaio adamantino che chiudevano gli accessi al regno sotterraneo, si erano
trovati di fronte orrori senza nome.
I guerrieri invasori erano stati quasi tutti massacrati e
fatti a pezzi, e coloro che erano riusciti a sfuggire, si dice che fossero
impazziti tutti quanti.
Le donne e i bambini di quel popolo tornarono indietro,
nelle steppe orientali, e non si fecero più vedere sulle Montagne della Luna,
né in altre contrade del Veltyan.
Ancora adesso, nella valle di fronte alle cime del Giardino
delle Rose, c’era un grande prato che veniva chiamato Campo del Sangue, perché
la gente del posto ricorda ancora il giorno in cui furono trovati i corpi degli
invasori, a migliaia, tutti letteralmente ridotti a pezzi da una forza
misteriosa.
Nessuno aveva assistito alla battaglia di fronte alle porte
del Giardino delle Rose, perché la gente del posto era fuggita nelle valli vicine
di fronte all’orda barbarica; ma spaventose urla e boati, e sinistri lampi
erano giunti oltre le cime del Giardino delle Rose, e per molti anni i
valligiani avevano avuto paura ad avvicinarsi al Campo del Sangue, che veniva
reputato un luogo maledetto.
Prukhu non aveva voluto raccontare tutto, e aveva detto che
certe cose non bisogna raccontarle ai bambini, perché spaventavano anche i
grandi.
Magari l’aveva detto solo per aumentare l’effetto di paura e
mistero, ma questo Loraisan non poteva saperlo. Anche perché Prukhu, ogni volta
che narrava una storia, a grandi o a piccini, dava sempre l’impressione di
sapere di più di quel che rivelava.
Anche i Sileni, che pure sono sempre stati in buoni rapporti
con i Nani, erano molto prudenti nell’avvicinarsi alle loro dimore. Eppure era
dai Nani stessi che Prukhu e quelli della sua gente avevano imparato tante
storie, tanti segreti, così come, in minor misura, li avevano imparati anche
gli Uomini.
I Sileni avevano ricevuto molto più spesso il privilegio di
visitare le dimore dei Nani nello Zerennal Baras. E per questo i loro vecchi
saggi, come Prukhu, conoscevano storie e misteri che venivano da tutte le
epoche e da tutti i paesi.
Dai Nani, i Sileni non avevano appreso segreti alchemici, ma
in fin dei conti ai Sileni l’alchimia non interessava più di tanto.
Gli Uomini invece conoscevano un poco solo i dedali di
gallerie che si stendevano sotto le loro città, dove vivevano i Nani immigrati
nei territori centrali del Veltyan. Ma alcuni dicevano che da quegli stessi
labirinti si dipartivano lunghissime ed ampie gallerie che conducevano al
Giardino delle Rose, e da lì verso altre catene di monti, sparse in tutto il
mondo.
Nessun commento:
Posta un commento